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InstaConte, da mite a trasversale (ma senza Narni)

Aprire la pagina Instagram del presidente del Consiglio ti fa credere di aver sbagliato a digitare.
“Ma come – pensi -, non sa se domani sarà ancora a Palazzo Chigi e sorride sempre?”. Qui, naturalmente, si scherza. Ma neanche troppo. Il filo conduttore dei post di Giuseppe Conte è proprio questo. Il sorriso. La disponibilità. La cortesia. La propensione al dialogo, anzi la ricerca del dialogo.
Una sorta di Mulino Bianco 4.0 in abito sartoriale.
Ma c’è un altro elemento che non può non colpire. Manca qualcosa. Già, il profilo risulta incompleto. Eureka! Come sul profilo di Luigi Di Maio, manca la foto di Narni. L’immagine che plastifica l’imbarazzo, il disagio, l’ansia, come hanno certificato anche alcuni studiosi del linguaggio del corpo: quella postura con le mani a conchiglia denota chiusura e, più in generale, uno stato d’animo volto al negativo.
Si potrebbe obiettare che il tema della foto era molto politico e poco istituzionale e che dunque sarebbe stato stridente con il tone of voice del feed di Instagram. Ma la giornata umbra era politicamente significativa, segnava un’alleanza che avrebbe potuto consolidare anche la parte istituzionale.
Pochi giorni fa, pizzicato sull’argomento, Conte ha detto, testualmente, che la foto di Narni la rifarei altre mille volte. Ha detto che la rifarebbe, non che la pubblicherebbe. E la ragione è banale. Sebbene anche lì a prevalere sia il sorriso – c’è addirittura chi si spinge ad abbracciare -, lo scatto evoca un sentimento negativo. Specie a posteriori, dopo una batosta di quelle dimensioni (e annunciata).
InstaConte, da mite a trasversale (ma senza Narni)
Dunque, meglio lasciarla sulla memoria dello smartphone. Non sarebbe per nulla in tema con la nuova comunicazione di Conte. Ho già avuto modo di scrivere e sottolineare come, col cambio di governo, il presidente abbia cambiato anche modo di porsi. Dalla proverbiale “mitezza di Conte” (qui) la svolta si è avuta in favore di un “Giuseppi” ben più audace, presente e trasversale (qui).
Bisogna premettere che la frequenza di pubblicazione (dieci post in sei giorni) non è neanche lontanamente paragonabile a quella di suoi competitor o ex alleati.
InstaConte, da mite a trasversale (ma senza Narni)
Bambini, donne, anziani. Industriali, operai, agricoltori. Adesso la sua narrazione comprende davvero tutti, tocca i pubblici più variegati. E in ogni angolo d’Italia (a parte Narni).
Semaforo verde quindi per il video dei palleggi col re della Moda Italiana Brunello Cucinelli (un campioncino, il presidente).

Per i tentativi da filandaio provetto sotto lo sguardo annuente dello stesso Cucinelli. Per gli acquisti in uno degli stand Coldiretti (sperando che gli altri non se ne siano presi a male).Per le carezze alle bimbe timide rinfrancate dal sorriso del capo. Per le mani strette alle signore anziane. Per l’invito alla lettura attraverso l’acquisto di un libro. Per la celebrazione della Giornata del folklore. L’unica concessione, che sembra piegare Instagram alle liturgie di un politichese passato, è il video del punto stampa a Ravenna, dove Conte tira una linea dopo la caduta umbra. Poi un meme sulla manovra e poco altro.
Se i video – tutti: dall’ultimo citato a quello della Cottolengo di Torino, passando per quello da Cucinelli – si attestano intorno alle 35mila visualizzazioni a testa, il boom è quello dei palleggi: quasi 200mila visualizzazioni.
Un colpo di genio, che ha utilizzato lo strumento più popolare per avere un effetto positivo, appunto, sulla popolarità del presidente Conte.

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