Su Instagram la disinformazione fa largo uso delle fake news, dal momento che le notizie si diffondono a macchia d’olio grazie alla viralità della piattaforma. In questo articolo vedremo le misure che Instagram sta adottando per arginare il problema e come il giornalismo dovrà superare questa “fase”.
Da tempo assistiamo al fenomeno delle fake news che, in realtà, esiste da sempre; ma con i social che fungono da “canali” le notizie si diffondono con un ritmo davvero sfrenato.
News che per il loro carattere veloce e “poco attendibile” si scoprono poi essere “fake”, false.
In molti casi l’attendibilità o meno di una notizia non è più oggetto d’interesse vero e proprio.
Basta ormai avere con sé un cellulare, e si diventa “giornalisti” e opinionisti.
Poco interessa se dietro a questa “maschera” vi è solamente l’idea di apparire, e non quella di essere “al servizio” della notizia.
Siamo di fronte ad una pirateria informativa che si sviluppa attraverso siti e blog gratuiti del copia incolla.
Complice anche lo spontaneismo del cittadino che, senza essere adeguatamente formato e preparato, spara notizie che poi magari si rivelano del tutto inattendibili.
In un’epoca in cui si è sottoposti ad una moltitudine di stimoli, gli interessi delle persone cambiano frequentemente e la fonte presso cui si assimilano informazioni nuove è Instagram.
Questo incide sulla distribuzione delle informazioni: cercare di prediligere notizie affidabili e verificate nella sezione “News Feed” dei social è sicuramente l’obiettivo che si sta cercando di raggiungere.
INSTAGRAM: UN’ARMA A DOPPIO TAGLIO PER L’INFORMAZIONE
- Da un lato ci fa comodo avere notizie sul mondo che ci circonda in tempo reale
- Dall’altro lato, diventa difficile distinguere oggettivamente le notizie reali da quelle false
.Le fake news non sono nate su Instagram, sono sempre esistite. Però certamente la piattaforma è uno strumento per diffonderle e ha reso tutti (consapevolmente e inconsapevolmente) costruttori di fake news: tutti pensano di sapere leggendo un’informazione.
La forza (o il problema, a questo punto) è affidata al fatto che i contenuti una volta che entrano in rete hanno una vita digitale, in cui le audience cioè i pubblici, hanno una componente assolutamente fondamentale.
Sbagliarsi è facile: quindi è importante, per chi frequenta il mondo insidioso del web, condividere le notizie consapevolmente, facendo Fact-checking, ovvero verificando le fonti per accertarsi che gli avvenimenti citati siano veri.
Instagram, battaglia alle fake news: gli utenti possono segnalare le notizie false
Il social network permette ora agli utenti di segnalare i contenuti che ritengono falsi.
La funzione è accessibile dal menu a tre puntini presente in alto a destra in ogni post: selezionando le voci “segnala”, “non appropriato” e “informazione falsa”.
La novità ha una duplice funzione: aiutare Instagram a individuare le false notizie sulla piattaforma e allenare gli algoritmi di intelligenza artificiale a riconoscere le bufale con accuratezza e tempestività.
Nell’immediato, il social network sfrutterà le segnalazioni degli utenti per valutare se un determinato contenuto deve passare al vaglio dei fact-checker.
Se riconosciuto come non vero, il post non viene rimosso ma perde visibilità nelle ricerche e viene ignorato dalla sezione “esplora“.
I controlli sui post saranno effettuati da revisori che esamineranno sia le foto che i video all’interno dei post e delle Storie.
I contenuti giudicati fuorvianti appariranno sfocati e oscurati, muniti di un’etichetta che li identifica come tali e da un pulsante che consente all’utente di leggere le ragioni che hanno spinto i revisori a esprimere il loro giudizio.
Gli utenti così possono decidere meglio cosa leggere, di cosa fidarsi e cosa condividere.
Ma per quanto i Social si sforzino, è quasi impossibile che la diffusione di notizie false possa cessare del tutto.
Ecco perché il consiglio più pratico resta sempre il medesimo: non credere a tutto ciò che si legge sul web!
Le informazioni vanno reperite da siti certificati, in grado di fornire ai propri lettori delle testimonianze oppure delle fonti a cui poter far riferimento.
UNA SFIDA PER IL GIORNALISMO
Probabilmente anche con la “partecipazione attiva” dei lettori si è arrivata all’era della disinformazione.
Il citizen journalism ha entusiasmato tutti, soprattutto gli innamorati del web e della sua natura interattiva che ha stuzzicato la curiosità di tutti.
Ma il cittadino non è un giornalista, può solo aiutare i giornali. Sta a questi ultimi fare la ricerca e l’accertamento dei fatti.
Le nuove tecnologie, gli strumenti, se individuati come tali e non come fini, possono risultare utili per un buon giornalismo.
Oggi la comunicazione è virale, tutti possono comunicare qualcosa con foto, video e parole: il compito dei giornalisti è quello di raccontare cosa c’è dietro, di verificare i fatti, di costruire quella cornice informativa che consente al lettore di interpretare una foto, un articolo, un fatto.
Tutto questo si fonda sulla base di un caposaldo: la credibilità.
Le news prodotte dalle testate certificate entrano in un contesto e in un ecosistema comunicativo in cui esistono altri flussi di informazione che si sovrappongono ad esse, come le fake news, la satira e i meme.
L’accesso alle notizie avviene sempre più da mobile e va verso i social network: i millennials e la generazione Z sono i protagonisti di questo nuovo modo di approcciarsi all’informazione.
È necessario che gli editori organizzino la propria presenza sui Social.
Basti pensare alle testate internazionali: il New York Times in sette giorni utilizza nove piattaforme e produce 1660 post. La Cnn in sette giorni presidia 11 piattaforme e produce 2814 post.
Ma non basta esserci, bisogna “saper esserci”. Bisogna adottare il linguaggio della community e delle persone che navigano sulla piattaforma. Per ognuna di esse bisogna adottare una comunicazione e una strategia diversa.
Per esempio, il New York Times utilizza Spotify per diffondere i propri podcast di notizie.
Se non si vuole perdere il contatto con gli utenti più giovani e disabituati ai formati tradizionali è un obbligo presenziare su Instagram.
Utilizzare nuovi strumenti si, ma non abbandonare i “tradizionali”: il web esiste perché esistono i giornali cartacei.
Questo potrebbe essere un primo passo per il giornalismo per combattere le fake news.
Instagram penserà ad oscurare le bufale e i contenuti inappropriati, ma sarà compito delle testate giornalistiche farsi spazio sui nuovi mezzi e diventare autorevoli e fonte di riferimento per tutti, soprattutto per i più giovani.