Instagram è diventato già da tempo uno degli strumenti di comunicazione preferiti anche dal mondo dell’arte, in particolare dai musei.
Questo perché attualmente è il canale di comunicazione più efficace che, parlando attraverso le immagini, permette la divulgazione di un’opera d’arte.
Per i musei utilizzare strategicamente i social significa veicolare il loro patrimonio storico-artistico e favorire nuove forme di partecipazione culturale.
Un quadro, una scultura, un edificio sono l’origine del moderno storytelling: ogni dettaglio e raffigurazione racchiude in sé una storia e dei contenuti da raccontare e trasmettere. Quale strumento meglio di Instagram può trasmettere questo patrimonio?
Musei: da pubblico di nicchia a mainstream
Nel XVIII secolo i musei erano accessibili solo la mattina, perché si pensava che il pubblico adatto esprimesse interesse e partecipazione cosciente nelle ore mattutine, tagliando fuori “i pigroni”, considerati non realmente interessati.
Oggi il museo si sta avvicinando a pubblici diversi, coinvolgendoli nella vita museale organizzando persino workshop e attività culturali.
Ad agevolare questo avvicinamento ci ha pensato Instagram. La piattaforma per l’arte rappresenta una graziosa vetrina dove le immagini fanno da padrone e gli hashtag diventano la nuova forma di comunicazione rapida, facendo uscire in un certo senso le opere dai musei.
Musei e Instagram
Scoperto quanto sia importante abitare questa piattaforma, i musei la utilizzano anche come vetrina interattiva stimolando la partecipazione degli utenti.
Da sempre le persone hanno catturato scene di vita quotidiana, luoghi di vacanza e paesaggi per poi condividerli. Emozioni e ricordi che prima si concretizzavano in opere artistiche, ora si fotografano per postarle sui social.
Dunque, la volontà di condividere i propri momenti non è qualcosa che è nato con l’avvento dei social, ma ha delle radici più profonde e lontane.
Utilizzando correttamente Instagram, i musei hanno la possibilità di far uscire i quadri dalle sale, rendendoli vivi e in grado di interagire con un pubblico più vasto di quello che solitamente percorre i loro corridoi.
Così facendo si abbatte il muro che solitamente si pone tra la cultura umanistica e quella popolare.
Inoltre, se Instagram viene utilizzato in modo strategico e competente, diventa uno strumento di marketing vero e proprio, dove i giudizi del pubblico su una mostra e un museo contribuiscono a generare e diffondere un’idea del suo valore.
Un valore sia per gli utenti che per l’istituzione, contribuendo a costruire un’idea di arte e di cultura diversa, più vicina agli utenti e più aperta alla loro partecipazione.
Infatti Instagram può configurarsi come spazio ibrido e multidimensionale in grado di raggiungere importanti obiettivi e soddisfare diverse esigenze: quelle informative, di apprendimento, di commercio elettronico, di ascolto dei feedback, di interazione con i pubblici effettivi e potenziali, di raccolta fondi e altre iniziative.
Quali sono i musei con il numero maggiore di seguaci al mondo?
MoMA – The Museum of Modern Art (New York)
Il museo di arte moderna più famoso al mondo ha un profilo Instagram che ad oggi conta 4,8Milioni di followers, proprio come un vero e proprio brand.
Con l’intento di “aiutare chiunque a capire e godere l’arte del nostro tempo attraverso le nostre mostre e collezioni”, il MoMA non si limita a presentare il suo archivio di opere, ma riesce a coniugare arte e Instagram, creando così contenuti con un forte valore di storytelling.
La forza di questo profilo è racchiusa nel sapere raccontare storie; il concetto da cui sono partiti è che spesso è molto difficile catturare l’attenzione di chi non è un esperto d’arte, ma raccontare è il segreto per attirare e avere nuovi visitatori.
Rijksmuseum (Amsterdam)
Il Rijksmuseum utilizza questa piattaforma prevalentemente per veicolare le opere d’arte di sua proprietà, facendole uscire dal proprio edificio e mettendole a disposizione di tutti.
Accanto a questo “social-archivio” di immagini troviamo anche immagini più vicine al mondo contemporaneo che raffigurano persone, come a voler sottolineare la stretta relazione che esiste tra queste e l’arte.
Tate (Inghilterra)
L’account del Tate conta più di 3 milioni di follower. Raccoglie le iniziative di varie gallerie: Tate Britain, Tate Modern, Tate Liverpool & Tate St Ives.
L’obiettivo è quello di aumentare la comprensione e il piacere per l’arte. Non si limita a presentare opere che potrebbero essere ammirate visitando i musei, ma promuove progetti.
Musée du Louvre (Parigi)
Il più famoso museo francese pubblica immagini in alta qualità. È uno tra i musei più seguiti al mondo che ha saputo restare al passo con i tempi e con le tecnologie, per far capire al suo pubblico di visitatori che l’arte non è solo per un’élite di esperti ma può essere alla portata di tutti, anche dei meno appassionati.
Rappresenta un esempio perfetto di un museo che ha saputo conservare all’interno del suo profilo social le peculiarità della sua esposizione.
The Met (New York)
Con 3,4 milioni di follower, il Met è tra i musei americani che più investono nei nuovi media, giocando molto sul dietro le quinte e ricordandoci quotidianamente come l’arte e le istituzioni museali siano grandi grazie al lavoro delle persone che vi si dedicano quotidianamente.
Ice Cream Museum (San Francisco)
Non ha un effettivo valore artistico come quelli precedenti, ma ha sicuramente saputo farsi spazio nel panorama mondiale delle esposizioni sfruttando Instagram.
In questo caso sono i colori e i materiali esposti ad averlo fatto diventare un museo instagrammabile a cielo aperto. Il suo profilo social è un mix perfetto di opere d’arte raccontate attraverso i colori.
E in Italia?
I musei italiani non sono così seguiti come quelli esteri, nonostante posseggano un patrimonio artistico senza eguali, considerato il Bel Paese come la culla della storia e dell’arte e patria di Da Vinci, Brunelleschi, Bernini e Michelangelo… solo per citarne alcuni.
Gallerie degli Uffizi (Firenze)
All’interno del panorama d’arte italiano, la strategia social di successo che spicca maggiormente è quella attuata dal museo fiorentino. Ad oggi, il numero di followers è salito a 379 mila, un numero minimo se confrontato con altri musei del panorama mondiale, ma che ha in sé un enorme potenziale di crescita.
Prima di tutto per il nome, sinonimo di eccellenza in tutto il mondo; in secondo luogo perché sta attuando delle azioni che, in un futuro vicino, potranno portare più visitatori.
I post delle Gallerie degli Uffizi sono un mix perfetto tra narrazione ed interpretazione delle opere presenti in galleria, raccontando particolari che ad una prima visita potrebbero sfuggire, e contenuti poetici che celebrano il patrimonio letterario ed artistico italiano a tutto tondo. Rigorosamente in doppia lingua.
Mart Museum (Trento e Rovereto)
Un altro museo degno di nota è quello di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto , Mart. È tra gli esempi italiani virtuosi, perché, oltre a pubblicare immagini di opere e installazioni, riprende e condivide momenti laboratoriali, mettendo al centro le persone.
Quali sono i motivi principali per cui un museo dovrebbe usare questo social network?
Innanzitutto la componente estetica che caratterizza Instagram si presta molto bene ai tipi di contenuti che i musei possono condividere. Non solo arte e oggetti particolarmente affascinanti, ma anche angoli degli edifici. Inoltre, con Instagram si possono evidenziare dettagli affascinanti che normalmente potrebbero sfuggire.
La possibilità di scrivere didascalie con aggiunta di domande, quiz o concorsi potrebbe accompagnare la componente descrittiva della storia che viene raccontata per immagini.
Infine l’età media degli utenti lo rende particolarmente interessante: i giovani, sono spesso una delle categorie di visitatori che i musei fanno più fatica a coinvolgere.
Il futuro dell’arte è dunque su Instagram? Non completamente. La promozione e il coinvolgimento di nuovi spettatori trova nella piattaforma un potente mezzo di comunicazione, ma nulla potrà mai sostituire l’esperienza di trovarsi davanti alla maestosità della Cappella Sistina o alla misteriosa Gioconda.